Con l’arrivo delle belle giornate e del caldo, le ore trascorse sotto al sole aumentano notevolmente. Spesso, però, passando troppo tempo all’area aperta, specie nelle ore più calde della giornata, ci si espone eccessivamente a radiazioni e raggi ultravioletti (UV).
I raggi ultravioletti rappresentano circa il 3% delle radiazioni elettromagnetiche emesse dal sole che riescono ad oltrepassare l’atmosfera terrestre. Seppur in minore percentuale, tuttavia, bisogna tener conto degli effetti che essi possono provocare.
I raggi ultravioletti (generalmente differenziati tra UV-A e UV-B), in piccole dosi stimolano la produzione di Vitamina D, utilissima per prevenire l’osteoporosi, il diabete di tipo 1 e diversi tipi di tumori.
Ma, se ci si espone al sole per troppe ore e senza le giuste protezioni, i raggi ultravioletti possono provocare seri danni.
I raggi UVA riescono a penetrare la pelle in profondità e ad arrivare a livello del derma, lo strato che si trova sotto l’epidermide. Essi stimolano il processo di maturazione della melanina, abbronzando la pelle, ma alterando e danneggiando il collagene e l’elastina con effetti per l’appunto dannosi sulla struttura cutanea e il suo benessere. Inoltre, stimolano l’attività dei radicali liberi, provocando fenomeni di stress ossidativo, che nel corso del tempo possono danneggiare le cellule cutanee.
I raggi UVB, invece, agiscono ad un livello più superficiale attivando la melanogenesi, la produzione cioè di melanina, responsabile dell’abbronzatura. Non solo: essi sono anche responsabili delle scottature solari, e altre condizioni cutanee più gravi.
In Italia e, più in generale nelle regioni temperate, gli UV raggiungono la massima intensità in estate e la minima in inverno, influiscono molto anche le condizioni meteo, le nuvole, infatti, possono diminuire l’intensità dei raggi UV.
Inoltre, le radiazioni ultraviolette aumentano con l’altitudine; in una settimana trascorsa a 2000 metri di quota a luglio si riceve una quantità di raggi UV simile a quella che si assorbe durante 3 mesi di mare.
Anche durante l’inverno i raggi UV sono più “forti” in montagna: nel trimestre invernale, infatti, si riducono di 8 volte in montagna e di 16 volte in pianura.
Infine, fondamentale è la prevenzione: bisogna, infatti, limitare il più possibile l’esposizione alla luce solare nelle ore più calde (tra le 11 e le 14), indossare indumenti coprenti e usare creme solari protettive applicandole nuovamente ogni due ore.