L‘omocisteina è un amminoacido solforato (contenente zolfo) che si forma in seguito alla trasformazione enzimatica della metionina, un altro aminoacido della stessa natura chimica abbondantemente contenuto negli alimenti proteici (latticini, carne, legumi, uova ecc).
La presenza di omocisteina nel sangue, fino a 5-12 micro moli per litro (μmol/L), è normale; ciò significa che la sua produzione è del tutto fisiologica.
Tuttavia, valori elevati di omocisteina nel sangue rappresentano un fattore di rischio poiché possono causare danni alle pareti delle arterie, che conducono ad un ispessimento del loro rivestimento interno.
È stato riportato, inoltre, che chi registra alti livelli di questo amminoacido, e anche di colesterolo e trigliceridi, a parità di altri fattori di rischio, ha oltre il 40% di probabilità in più di andare incontro ad un ictus rispetto a chi ha valori nella norma.
Recentemente, in una prestigiosa rivista internazionale, (Spence JD, et al, Stroke 2020; 51: 3770-7) è stato evidenziato che la correzione della iperomocisteinemia comporta una riduzione del rischio dal 34% fino al 70%.
A condizionare la quantità di omocisteina presente nel sangue un ruolo fondamentale è svolto dallo stile di vita, l’abuso di alcol, il consumo di sigarette, un eccessivo consumo di caffè, poca attività fisica, scarsa assunzione di vitamine del gruppo B e acido folico sono tutti fattori che aumentano il rischio di iperomocisteinemia.
Per tenere sotto controllo i livelli di omocisteina è consigliato assumere acido folico e vitamine B6 e B12, fare una dieta ricca in vitamine e/o assumere integratori alimentari.