Lo sforzo di EIDON salus alla ricerca di biotecnologie per favorire l’assimilazione o l’efficacia dei principi attivi è storico e abbraccia non solo i dispositivi medici, ma anche i nutraceutici del proprio listino. Per essere più precisi, molte molecole naturali vantano due grandi qualità, l’efficacia e la sicurezza. Contestualmente, alcuni principi attivi se utilizzati così come la natura li offre, hanno basse probabilità di essere assorbiti dall’organismo umano. In conseguenza di ciò, raggiungerebbero una biodisponibilità poco elevata e dunque sarebbero scarsamente efficaci. Esiste la possibilità di supportare queste molecole con delle tecnologie totalmente biologiche, che non alterano la struttura dei principi attivi cui vengono applicate e invece ne migliorano tantissimo l’efficacia finale.
Nella settimana dedicata al BIOST, si prende in esame proprio una biotecnologia a supporto di tale prodotto, vale a dire i “complessi di chitosano”, utilizzata per complessare in microsfere, per l’appunto di chitosano, la glucosamina e la boswellia serrata.
La boswellia serrata così come la glucosamina viene poco assorbita dall’organismo umano; entrambi gli attivi, se non supportati da biotecnologie adeguate vengono eliminati in gran parte così come assunte. EIDON salus è titolare del processo di complessazione che associa la massima percentuale di chitosano alla boswellia s. e alla glucosamina, con marchio registrato Glucosam-CH e Bosw-CH.
Ma nello specifico, quale è il ruolo del chitosano e come riesce a rendere glucosamina e boswellia maggiormente biodisponibili?
Il chitosano non è altro che un polimero di origine naturale derivato per deacetilazione alcalina dalla chitina, presente nell’esoscheletro di crostacei, insetti ed in alcuni tipi di funghi. Il chitosano ha notevoli applicazioni in differenti campi, tra questi, di notevole importanza è l’impiego in campo farmaceutico come carrier per il rilascio controllato di farmaci, grazie ad alcune sue peculiari proprietà, come la biocompatibilità, biodegradabilità e atossicità, mucoadesione e la capacità di aumentare il trasporto via paracellulare di farmaci. Il chitosano, dunque, è stato recentemente proposto quale veicolo per il rilascio controllato di farmaci attraverso le mucose, con il vantaggio di aumentare considerevolmente la biodisponibilità finale dei principi attivi.