Anna Repetto

“Ci sono epidemie di ogni genere; l’amore per lo sport è un’epidemia di salute.” Parole di Jean Giraudoux, scrittore e commediografo francese vissuto a cavallo del ‘900, che sottolineano ancora oggi l’importanza di fare sport, oltre che da un punto di vista sociale anche da un punto di vista sanitario. Se si considera il mero benessere fisico, praticare sport apporta benefici ben noti tra cui la riduzione del rischio cardiovascolare o la perdita di peso; ma anche dal punto di vista sociale e mentale, lo sport svolge un ruolo chiave nella società abituando l’individuo al raggiungimento degli obiettivi e alla gestione ed attenuazione quotidiana dello stress.

Tuttavia, bisogna anche evidenziare quello che è il rischio più comune a cui si va incontro quando si pratica sport: il tanto temuto infortunio.

Soprattutto a livello professionistico, il rischio di subire danni a livello muscolare e articolare è elevato: competere ad alti livelli fa aumentare la probabilità di infortunarsi. Questa stretta correlazione tra prestazione e infortunio è dettata dal fatto che più si alza il livello della competizione, più è l’impegno profuso, più viene richiesto al corpo e più aumenta il rischio di traumi, strappi, stiramenti, distorsioni, infiammazioni da sovraccarico o tendiniti. Ora, la carriera di uno sportivo o, più in piccolo, la passione per lo sport anche di tipo dilettantistico, non possono essere messi nelle mani di un fallo, di un movimento brusco fatto con poco riscaldamento o di uno scontro. Ovvio che l’imprevedibilità e la durezza dell’infortunio vanno valutati caso per caso, ma perché non prendere in considerazione l’idea di diminuire drasticamente la percentuale di rischio di infortunarsi? Come è possibile farlo senza compromettere la performance fisica ed atletica?

Per rispondere a queste domande si è deciso di coinvolgere una bravissima e promettente atleta del famoso “Setterosa”, cioè della nazionale femminile italiana di Pallanuoto: si tratta di Anna Repetto, classe ’99 e giovane talento della compagine allenata da Carlo Silipo, oro olimpico nella spedizione di Barcellona ’92 con il Settebello (la squadra maschile). Anna Repetto si è distinta per la sua qualità al tiro e nonostante la giovane età è già titolare in serie A1 femminile con la squadra dell’ “NC Milano”, guadagnandosi così la tanto desiderata calottina azzurra. Trattandosi di un’atleta professionista, Anna si allena due volte al giorno e l’impegno è sicuramente “totale”, rischioso e pieno di sacrifici. Nella sua intensa attività deve riuscire ad evitare gli infortuni poiché, giocando in un ambiente non idoneo all’uomo, come l’acqua, il tempo necessario per recuperare la forma fisica in caso di stop è maggiore rispetto agli sport (per esempio quelli giocati su terra).

“Nella pallanuoto il rischio per le spalle e gli adduttori è davvero molto frequente – racconta Anna. Per prevenire gli infortuni faccio molto riscaldamento prima di entrare in acqua con esercizi di prevenzione con l’elastico, mentre in palestra andiamo a concentrarci in maniera maggiore su spalle e dorso in modo tale da irrobustire la muscolatura anche per prepararci allo scontro fisico della gara.”

Il trattamento di un infortunio nello sport, generalmente non si ferma soltanto al ripristino del distretto anatomico colpito, ma deve tenere presente anche dell’impatto psicologico sull’atleta. Si è visto, ad esempio, che alcuni sportivi, nei casi più estremi, possono rinunciare alla pratica sportiva per traumi psicologici dettati da un infortunio; o ancora, quelli che non recuperano in maniera ottimale da un infortunio, tendono ad alterare i propri gesti atletici per “proteggere” la parte lesa o infortunata, andando a sovraccaricare altre strutture causando ricadute o nuovi infortuni.Ma in un infortunio, quanto incide realmente la parte psicologica?

“La parte psicologica per noi sportivi è molto importante – afferma la giovane del setterosa – , a volte anche di più di quella fisica. Il Covid stesso ci sta mettendo a dura prova con continue pause e con la riprogrammazione della preparazione stessa; perciò, bisogna essere solidi mentalmente ancor prima che fisicamente. Negli infortuni la parte psicologica influisce molto ed è quella che spesso porta un atleta a forzare i tempi di recupero per rimettersi in sesto prima e riprendere così l’attività. È molto ricorrente, per esempio, che in base alla gravità dell’infortunio subito, lo sportivo alteri o non riprenda completamente un determinato gesto sportivo per paura di rifarsi male nello stesso punto. E questo può portare a nuovi infortuni sovraccaricando altri gruppi muscolari, per questo bisogna attenersi ai tempi di recupero e al parere del medico.”

Anna Repetto, in Aprile, sarà nuovamente impegnata nel ritiro azzurro in vista dei prossimi impegni con la Nazionale e sebbene sia descritta come una giocatrice diligente e in rampa di lancio, ci tiene a rimarcare che lo sport è e rimarrà sempre, prima di tutto, una passione. Lo sport rinnova l’individuo, insegna lui a competere, a rispettarsi e a lottare per un obiettivo comune; se condotto sin dalla tenera età, è senz’altro un buon “maestro” di vita:

“Penso che sia molto importante sensibilizzare i bambini fin da piccoli – continua Repetto. Lo sport è sano, è un binario privilegiato per la crescita, dà responsabilità, il valore del sacrificio e spirito di squadra. Se praticato fin da piccoli aiuta all’organizzazione e alla responsabilizzazione. Io ho iniziato a nuotare e poi a giocare a pallanuoto fin da piccola, da 8 anni circa e non ho mai smesso, mi ha dato molto e soprattutto da bambina mi ha fatto crescere e divertire. Adesso lo pratico a livello agonistico ma rimane sempre la mia più grande passione.”