L’atrofia vaginale è una condizione molto frequente, in particolare nelle donne in menopausa, e notevolmente sottodiagnosticata a causa del disagio e della ritrosia nel parlarne:
- Il 56% delle donne non ha mai parlato con il proprio medico dei sintomi correlati all’atrofia vulvovaginale;
- Il 40% delle donne utilizza trattamenti topici specifici all’insaputa del medico.
Parliamo di una condizione tipica della menopausa, causata dal calo degli estrogeni e dai fenomeni di naturale involuzione dei tessuti uro-genitali correlabili all’età.
L’atrofia vaginale (chiamata anche AVV, atrofia vulvovaginale) è una condizione che può impattare significativamente il benessere e la qualità di vita di una donna. I suoi sintomi, infatti, rischiano di influire in maniera negativa sulla quotidianità, andando a colpire anche la sfera emotiva della persona.
La buona notizia è che i rimedi ci sono e che la loro efficacia è scientificamente provata. Vuoi saperne di più? Ecco tutte le informazioni di cui hai bisogno!
Cos’è l’atrofia vaginale?
L’atrofia vaginale è una condizione piuttosto comune ma spesso sottovalutata, che interessa molte donne soprattutto nel periodo della menopausa. Si manifesta con un progressivo assottigliamento, una perdita di elasticità e una marcata secchezza della mucosa vaginale.
Alla base di questo processo vi è principalmente il calo dei livelli di estrogeni, ormoni fondamentali per il benessere dell’apparato genitale femminile, le cui cause – come vedremo a breve – sono spesso naturali, ma possono essere anche esogene.
Con la diminuzione degli estrogeni, l’epitelio vaginale, che normalmente appare spesso, idratato e ben vascolarizzato, tende a diventare sottile, più fragile e meno lubrificato. Di conseguenza, i tessuti vaginali diventano meno resistenti e più vulnerabili a microtraumi, anche durante attività quotidiane come camminare o sedersi, e ancor più nei rapporti sessuali, che possono diventare dolorosi.
A ciò si aggiunge una maggiore suscettibilità alle infezioni urinarie e vaginali, poiché l’ambiente vaginale perde parte delle sue naturali difese.
Atrofia vaginale (AVV) o distrofia vaginale (DVV)?
È importante distinguere l’atrofia vaginale, che coinvolge la mucosa interna della vagina, dalla distrofia vulvare, che riguarda invece la pelle della vulva, ovvero la porzione esterna dell’apparato genitale femminile. La distrofia vulvare è una condizione cronica, spesso di natura infiammatoria o autoimmune, che può comportare alterazioni della pigmentazione, ispessimenti o assottigliamenti della pelle e prurito persistente.
Nonostante queste differenze, molte donne riferiscono sintomi simili, come bruciore, fastidio, secchezza o dolore, che talvolta rendono difficile distinguere le due condizioni nella pratica quotidiana. Per questo motivo è fondamentale rivolgersi al ginecologo, che attraverso l’esame clinico e, se necessario, ulteriori approfondimenti, potrà formulare una diagnosi precisa e proporre un trattamento mirato.
Affrontare questi sintomi con consapevolezza, senza imbarazzo o timore, è il primo passo per ritrovare benessere e qualità di vita.
Sindrome genito-urinaria della menopausa
Da qualche anno si è iniziato a parlare di “sindrome genito-urinaria della menopausa”, per descrivere l’atrofia vulvovaginale senza implicare la patologia. La GSM non comprende soltanto i sintomi derivanti dalla carenza degli estrogeni, ma anche quelli correlati agli effetti dell’invecchiamento o ad altre implicazioni sulla vescica e sul pavimento pelvico.
Tale sindrome è frequente nelle donne in menopausa fisiologica, ma può verificarsi anche nelle donne più giovani che sono sottoposte a terapie farmacologiche o a cui viene indotta la menopausa chirurgicamente. Inoltre, la GSM è frequente in donne che abusano di alcol, di fumo di sigaretta o che non hanno una attività sessuale regolare, poiché i tessuti perdono la normale elasticità.
Questo accade poiché, in assenza di stimolazione, i tessuti diventano sempre più delicati e secchi fino alla comparsa di microtraumi, escoriazioni e sanguinamenti spontanei a causa dell’assottigliamento progressivo dei genitali.
In caso di sindrome genito-urinaria, oltre al progressivo impoverimento delle fibre elastiche e del collagene, si assiste ad una riduzione significativa del tasso di idratazione tissutale e dell’acido ialuronico. La mucosa vaginale, il vestibolo e le piccole labbra si assottigliano ed assumono una colorazione pallida con una significativa riduzione del supporto vascolare e delle secrezioni che concorrono alla lubrificazione. Infine, spesso si verifica l’innalzamento del pH vaginale (tra 5.0 e 7.5) e la crescita di batteri (per esempio, stafilococco, streptococco di gruppo B, coliformi), che possono provocare vaginiti e cistiti.
Cosa significa “atrofia” nel referto del Pap test?
Quando nel referto di un Pap test si riscontra la parola “atrofia“, indica che le cellule prelevate dalla vagina mostrano caratteristiche associate a una carenza di estrogeni. Questo suggerisce che il tessuto vaginale è sottile e con una ridotta attività cellulare, coerente con la condizione di atrofia vaginale.
Atrofia vaginale: le cause
Le cause principali dell’atrofia vaginale (AVV) sono, come detto, legate a una diminuzione dei livelli di estrogeni. Questo calo ormonale è particolarmente significativo durante la menopausa, sia essa naturale, chirurgica o indotta da terapie farmacologiche.
La diminuzione degli estrogeni porta a una naturale involuzione dei tessuti uro-genitali correlabile all’età. A livello tissutale, ciò che succede nella zona vulvovaginale è un impoverimento delle fibre elastiche e del collagene, nonché una riduzione significativa del tasso di idratazione tissutale e di acido ialuronico.
Tuttavia, l’AVV può manifestarsi anche in donne più giovani sottoposte a terapie farmacologiche o a menopausa chirurgica.
Inoltre, è stato rilevato come situazioni di atrofia vaginale siano più frequenti in donne che abusano di alcol e di fumo di sigaretta o che non hanno una attività sessuale regolare, poiché in assenza di stimolazione i tessuti tendono a perdere la loro normale elasticità, diventando più delicati e secchi, fino alla comparsa di microtraumi.
Altre cause vanno ricercate nell’evoluzione biologica nel periodo post-menopausale, così come in trattamenti invasivi come la chemioterapia o la radioterapia.
Atrofia vaginale: i sintomi
I sintomi associati all’atrofia vaginale e alla distrofia vulvare possono includere:
- Secchezza vaginale: una delle manifestazioni più comuni dovuta alla ridotta lubrificazione, che può portare – come spiegato nelle prossime righe – all’insorgenza di un quadro piuttosto condizionante per la vita quotidiana della persona.
- Bruciore e prurito nella zona vulvovaginale.
- Assottigliamento progressivo dei genitali.
- Pallore della mucosa vaginale e delle piccole labbra.
- Riduzione del supporto vascolare e delle secrezioni vaginali.
- Innalzamento del pH vaginale.
- Diradamento dei peli pubici e riduzione di elasticità dei tessuti.
Cosa succede se non si cura la secchezza intima?
L’atrofia vaginale è la causa anatomica che provoca diversi sintomi, tra cui il più frequente è la cosiddetta “secchezza vaginale”.
Se la secchezza intima non viene adeguatamente trattata, può portare a una serie di conseguenze negative che peggiorano la qualità della vita di una donna:
- Discomfort cronico: la persistente sensazione di secchezza, bruciore e prurito può diventare debilitante.
- Rapporti sessuali dolorosi (dispareunia): la mancanza di lubrificazione rende la penetrazione difficile e dolorosa, portando spesso all’evitamento dell’attività sessuale con ripercussioni sulla relazione di coppia.
- Aumentato rischio di infezioni: l’alterazione del pH vaginale e l’assottigliamento della mucosa possono rendere la zona più vulnerabile a infezioni batteriche e micotiche.
- Microtraumi e sanguinamenti: la fragilità dei tessuti può causare piccole lesioni e sanguinamenti durante i rapporti sessuali o anche spontaneamente.
- Impatto psicologico: il disagio fisico e le difficoltà nella sfera intima possono portare a stress, ansia e riduzione dell’autostima.
- Potenziali ripercussioni sul trofismo e sulla tonicità dei tessuti nel tempo.
Atrofia vaginale: rimedi e trattamenti
Affrontare l’atrofia vaginale e la distrofia vulvare richiede un approccio mirato che può includere diverse strategie.
Farmaci per atrofia vulvare
Il trattamento dell’atrofia vulvovaginale mira a ristabilire l’equilibrio ormonale locale e a ripristinare l’integrità dei tessuti genitali. La terapia ormonale locale a base di estrogeni è considerata lo standard d’elezione, soprattutto in assenza di controindicazioni. Gli estrogeni vaginali, disponibili sotto forma di creme, anelli o compresse, agiscono direttamente sulla mucosa, migliorando l’idratazione, l’elasticità e il trofismo dei tessuti, con dosaggi minimi che limitano l’assorbimento sistemico.
In alcune situazioni, specialmente nelle donne con anamnesi oncologica o per chi preferisce alternative non ormonali, è possibile optare per terapie non ormonali, come:
- Modulatori selettivi dei recettori estrogenici (es. ospemifene), che agiscono a livello sistemico ma con un profilo di sicurezza studiato anche per donne con rischio di tumori ormono-sensibili.
- Idratanti e lubrificanti vaginali, indicati per alleviare la secchezza e il fastidio nei rapporti, utili anche come supporto alla terapia ormonale o nei periodi in cui non è possibile utilizzarla.
- Probiotici vaginali, in grado di contribuire al ripristino della flora batterica, spesso alterata in caso di AVV, e quindi utili nel prevenire infezioni recidivanti.
In ogni caso, è essenziale un approccio personalizzato: solo un consulto medico potrà definire la strategia terapeutica più adatta.
Ovuli per atrofia vulvare
Gli ovuli vaginali rappresentano una forma di trattamento molto utilizzata e ben tollerata per l’atrofia vulvovaginale, grazie alla loro azione diretta sulla mucosa. Possono contenere:
- Estrogeni locali, per stimolare il ripristino del trofismo tissutale e favorire una rapida rigenerazione della mucosa vaginale. Il loro uso, spesso ciclico, è indicato anche nelle fasi più intense della sintomatologia.
- Acido ialuronico, una molecola naturalmente presente nel nostro corpo, nota per le sue proprietà idratanti e rigenerative. Gli ovuli a base di acido ialuronico, soprattutto se formulati con diverse pesature molecolari, aiutano a trattenere l’umidità, favorire la guarigione dei microtraumi e migliorare la sensazione di comfort.
- Vitamina E, oli vegetali o estratti lenitivi, che svolgono un’azione emolliente e antiossidante, indicata nei casi di maggiore sensibilità o in fasi precoci del disturbo.
La scelta tra ovuli ormonali e non ormonali dipende dalla gravità dei sintomi, dalle preferenze della donna e da eventuali controindicazioni alla terapia estrogenica. In linea generale, gli ovuli rappresentano una soluzione efficace ma bisogna tenere in conto la scomodità che questo formato comporta.
Nel caso in cui non sia necessario un trattamento ormonale, esistono prodotti più pratici e che non influenzano in maniera negativa la quotidianità: vediamo quali
Atrofia vulvare: rimedi naturali
Lovidra è un siero intimo ecodermocompatibile con principi attivi di provenienza naturale. L’ideazione e la formulazione di questo prodotto nascono da importanti sinergie che hanno coniugato il lavoro del team tecnico-scientifico di EIDON salus e di uno staff di ginecologi universitari italiani.
Lovidra è un siero a base di acido ialuronico a tre diversi pesi molecolari, vitamina E (tocoferolo puro) e olio di crusca di riso mira a idratare (in superficie e in profondità), nutrire, tonificare e lubrificare la zona vulvovaginale. L’olio di crusca di riso, ricco di vitamina E, ha proprietà idratanti, emollienti e leviganti, nutrendo la pelle senza alterarne il pH.
Lovidra è indicato per donne di tutte le età che affrontano fastidi legati all’atrofia e alla distrofia vaginale, come secchezza, bruciore, prurito e dolore durante i rapporti sessuali. Può essere utilizzato quotidianamente, mattina e sera, e anche come lubrificante prima del rapporto sessuale. Le recensioni dei clienti riportano miglioramenti significativi nella secchezza e nel bruciore.
Lovidra, inoltre, è privo di conservanti, eccipienti e principi attivi potenzialmente rischiosi, rendendolo una scelta delicata per l’uso quotidiano.
In abbinamento a Lovidra, Osidra offre un supporto sistemico complementare. Si tratta di un integratore sublinguale a base di acido ialuronico idrolizzato ad alta concentrazione, formulato per garantire un assorbimento completo attraverso la mucosa orale. Grazie a questa via di somministrazione, l’acido ialuronico raggiunge rapidamente i tessuti che più ne hanno bisogno, incluse le mucose vaginali, contribuendo a nutrirle in profondità, migliorandone idratazione, elasticità e tonicità.
Osidra risulta particolarmente utile in presenza di atrofia vaginale, soprattutto quando i suoi sintomi si accompagnano a una ridotta funzionalità delle mucose.
Diverse donne hanno riportato benefici significativi associando i due prodotti: Lovidra per il trattamento topico mirato e Osidra per il sostegno dall’interno. Questa azione combinata consente di affrontare l’atrofia e la secchezza vaginale su più livelli, offrendo una strategia integrata, delicata ma efficace, pensata per restituire comfort e benessere intimo nel lungo termine.
Atrofia vaginale: un problema… con una soluzione
Prendersi cura della propria intimità è un gesto di consapevolezza e amore per sé stesse.
L’atrofia vaginale, per quanto comune, non deve essere accettata come una conseguenza inevitabile dell’età o della menopausa. Comprendere i meccanismi alla base di questa condizione e riconoscerne i sintomi è il primo passo per affrontarla con serenità e consapevolezza.
Oggi esistono soluzioni efficaci, sicure e ben tollerate, capaci di migliorare significativamente la qualità della vita e il benessere intimo. Che si tratti di terapie ormonali locali, approcci naturali, integratori sistemici o combinazioni sinergiche, è importante sapere che non si è sole e che un percorso personalizzato, seguito con l’aiuto del medico, può fare davvero la differenza.
Ascoltare il proprio corpo, chiedere consiglio e agire con dolcezza ma determinazione sono scelte che ogni donna merita di fare per sentirsi bene, ogni giorno, anche nella propria femminilità più profonda.